Scienza & Psicologia: Il Ruolo della Dopamina nella Ricerca e Nella Fine dell’Amore

La dopamina, nota come il “neurotrasmettitore dell’amore”, fluisce abbondantemente nei cervelli degli innamorati durante la ricerca del partner o momenti di intimità condivisa, creando un legame tra sentimenti e sostanze chimiche. Questo fenomeno, recentemente studiato su arvicole della prateria, rivela la sinfonia luminosa della dopamina nel cervello innamorato.

Durante il percorso verso il partner, la dopamina agisce come un maestro d’orchestra, stimolando i centri della ricompensa e mantenendo viva la fiamma del desiderio. Gli scienziati hanno osservato questa danza chimica in tempo reale, evidenziando il suo ruolo tanto nella fase romantica di una relazione quanto nella dolorosa rottura tra compagni di vita.

Lo studio su arvicole della prateria, roditori noti per le relazioni monogame,

Microtus Ochrogaster (Arvicole della Prateria)

ha rivelato che ogni spruzzo di dopamina è come un bagliore luminoso nel nucleus accumbens, una regione cerebrale legata alle ricompense. La dopamina abbondante non solo motiva la ricerca del partner, ma diventa un indicatore dell’affiatamento di coppia.

Tuttavia, il suo ruolo si trasforma dopo la fine di una relazione. Quando le arvicole innamorate sono state separate, il riunirsi successivo ha mostrato un calo significativo della dopamina nei loro cervelli. Questo potrebbe essere un meccanismo protettivo, impedendo di restare intrappolati in un amore non corrisposto e consentendo di prepararsi a nuove connessioni.

Sebbene sia necessario del tempo per comprendere appieno l’applicabilità di questi risultati al cervello umano, lo studio offre interessanti spunti sul versante neurochimico delle relazioni sane. Potrebbe fornire supporto a coloro che affrontano difficoltà patologiche nell’avviare nuove relazioni o che, anche dopo molto tempo, stentano a riprendersi dalla fine di una storia. La chimica dell’amore, una storia scritta tra neuroni e sinapsi, continua a svelare i suoi misteri.